Dietro a una gavetta: caratteristiche e manutenzione

La gavetta è un elemento indispensabile nella vita Scout. Contenitori con più funzioni, usati sia per trasportare il cibo che per cucinarlo, hanno delle caratteristiche che possono essere mantenute inalterate per lungo tempo se si adottano alcuni semplici accorgimenti nell’utilizzo.

Il modello storico ed esclusivo della gavetta scout, ormai imitato da molte aziende, è in allumunio dello spessore di 1 mm per garantire robustezza, efficienza durante la cottura e una maggior durata.

Scegliere la gavetta scout
Scegliere una gavetta inox
Gavetta scout con spiritiera

Ecco le caratteristiche tecniche:
Dimensioni: Ø 17 cm x 7 cm
Peso: 530gr.

Composta da:
1 casseruola (1,25 litri utili, 200 grammi) con 1 maniglia retrattile.
1 padella (0,5 litri utili, 160 grammi) con 2 maniglie retrattili. Può servire da coperchio o piatto.
1 piatto (80 grammi).

Altra nota importante: tutti i materiali utilizzati rispondono alle norme in vigore sul contatto alimentare.

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Quali sono i consigli per utilizzare la gavetta nel tempo?

  • Meglio non utilizzare posate in metallo, ma in materiale plastico perchè sia l’alluminio che il rivestimento anti-aderente che rendono la gavetta ideale per cuocere e facile da lavare sono però sensibili ai graffi!
  • Non scaldare mai a vuoto.
  • Il prodotto è adatto per fornellini (sia a gas che alcool) e il fuoco a legna. In quest’ultimo caso un consiglio utile è di insaponare la parte esterna che rimane a contatto con il fuoco in modo tale da rendere più facile la pulizia di questa dal nero del fumo della legna.

Consigli di utilizzo e manutenzione:

  • Al primo utilizzo sciacquare bene tutte le parti sotto l’ acqua corrente.
  • Attenzione a non lasciare maniglie o impugnature a contatto diretto con la fiamma (il silicone infatti potrebbe deteriorarsi).
  • Non mettere in lavastoviglie.
  • Non usare spugne abrasive per il lavaggio.
  • Lasciar asciugare bene dopo il lavaggio in un luogo secco e asciutto.

                                                                                                                               

 In cucina funziona come nelle più belle opere d’arte:
non si sa niente di un piatto fintanto che si ignora
l’intenzione che l’ha fatto nascere.

(Daniel Pennac)